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Durante la Conferenza ONU sul Clima del 2009 tenutasi a Copenaghen, i governi imposero l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro i 2°C alla fine del secolo. Tale limite venne delineato in accordo con la comunità scientifica, secondo cui un aumento superiore ai +2°C della temperatura media potrebbe innescare effetti incontrollabili sull’ecosistema terrestre. Per raggiungere questo obiettivo, l’Unione Europea ha imposto una riduzione delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990, entro il 2050. L’obiettivo dell’UE verso un’economia a basse emissioni di CO2 impone che, per raggiungere questo traguardo è necessario il contributo di tutti i settori nella riduzione di tutti i gas a effetto serra, compresi i gas fluorurati che, nonostante rappresentino complessivamente solo il 2% del totale dei gas ad effetto serra emessi nell’UE, hanno un potenziale di riscaldamento globale estremamente elevato.

Dal 1990, a causa dell’aumento della ricchezza procapite e della crescita della popolazione, le vendite di prodotti e di apparecchiature contenenti gas fluorurati hanno registrato un forte aumento a livello mondiale con la conseguente dispersione in atmosfera.

Tra questi gas, gli HFC costituiscono il gruppo più comune e sono utilizzati in maniera massiccia come refrigeranti negli impianti di refrigerazione o di condizionamento dell’aria e nelle pompe di calore.

Un’eliminazione graduale degli HFC, che prevede fino al 2030 l’introduzione di limiti sempre più stringenti per le quantità di gas fluorurati che possono essere immesse sul mercato nell’UE, permette di realizzare importanti riduzioni di emissioni, riducendole, nel 2030, di due terzi rispetto al livello attuale (circa 70 milioni di tonnellate di CO2 equivalente).

Inoltre, il regolamento introduce dal 1° gennaio 2025, il divieto di immissione sul mercato di impianti di climatizzazione monosplit contenenti meno di 3 kg di HFC con un GWP di 750 o più.

Perché R32

R32 è un gas refrigerante appartenente alla categoria degli idrocarburi fluorurati già da tempo utilizzato nella climatizzazione. Esso è parte integrante, assieme al R125, del R410A ossia il fluido refrigerante più comune nelle applicazioni di climatizzazione.

Cos’è R32

Il Global Warming Potential (GWP) è l’indice che rappresenta l’impatto che una sostanza può avere sull’effetto serra globale, indicativo delle tonnellate di CO2 equivalenti corrispondenti. Esso è un indice relativo, che confronta l’impatto di 1kg di refrigerante con 1kg di CO2 in 100 anni.

L’R32 è caratterizzato da un indice GWP inferiore rispetto al R410A comunemente utilizzato negli impianti di climatizzazione.

Un altro parametro spesso utilizzato è l’Ozone Depletion Potential, ODP. Questo parametro indica la capacità nociva di un gas nei confronti dello strato di ozono presente nella stratosfera che ha una funzione di schermatura dalla radiazione solare nociva.

Sia il gas refrigerante R410A che l’R32 non danneggiano in alcun modo lo stato di ozono se rilasciati in atmosfera; quindi, presentano un valore ODP pari a 0.

L’R32 è sicuro in quanto appartiene alla categoria dei refrigeranti a bassa infiammabilità (classe 2L ISO 817):

• Il campo di infiammabilità è molto limitato

• Non si accende facilmente: non è sufficiente uno switch dei comuni elettrodomestici per l’accensione

• È un refrigerante a bassa tossicità

Applicando le opportune procedure l’installazione, manutenzione e funzionamento delle unità a R32 non presentano rischio e pericolo.

I vantaggi

• Efficienza energetica elevata

• Riduzione della quantità di gas refrigerante utilizzata

• Impatto ambientale ridotto

• Facilmente caricabile e recuperabile in quanto gas puro

• Bassa tossicità e infiammabilità

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